La lettera aperta di Richard Wagner contro la vivisezione è uno scritto ricco di presupposti culturali e filosofici, espressione tra le più significative dell’ideologia del musicista. La vivisezione – che Turgenev in Padri e figli aveva elevato a metafora del nichilismo moderno – è in Wagner l’emblema di una tracotanza tecnico-civilizzatoria che nella sua concezione puramente strumentale della natura ne causa la distruzione. Le “camere di tortura della scienza” sono un dispositivo di morte, come la cupa torpediniera corazzata che, in una visione coeva a questo scritto, determina la deflagrazione dell’intero pianeta. La sofferenza senza riscatto degli animali è il banco di prova di una filosofia della redenzione, basata sul sentimento della compassione verso tutti gli esseri viventi, che troverà la sua espressione più nota nelle grandi trame narrative di Parsifal. Nella loro introduzione, i curatori ne mostrano le fonti filosofiche e le ampie risonanze nella cultura del secondo Ottocento: fino a Nietzsche, che nella compassione di Wagner vede i malcelati tratti di un sentimento di potenza e di dominio.
Mark as favourite