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Nonostante i numerosi tentativi di interpretarne l’opera come prototipo di filosofia irrazionalista, di pensiero metafisico o di cultura postmoderna, come profezia di una grande politica dapprima reazionaria poi rivoluzionaria, Nietzsche appare ancora oggi fecondamente inattuale, irriducibile agli stereotipi di fautore del superuomo e dell’eterno ritorno conseguenti alla morte di Dio.
È giunto forse il tempo di comprendere che l’intento del filosofo è la valorizzazione degli affetti e del mondo delle cose prossime, da sempre svalutate dalla morale: egli sostiene che la volontà di potenza è affetto, non dominio o sopraffazione, ma arte dell’interpretazione affettiva che attribuisce un senso al mondo in cui viviamo.
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